Torretti, Presidente ANIEM-Confapi Marche: “Noi coerenti con le esigenze del comparti.” Violoni, Presidente Ance Marche: “Diciamo basta ai commercianti dell’edilizia”.
Alla presenza dei presidenti degli Ordini professionali ed anche di alcuni parlamentari, i presidenti di ANCE Marche Stefano Violoni e ANIEM-Confapi Marche Roberto Torretti è stato illustrato un programma d’intenti condiviso tra le due Associazioni regionali di categoria del settore dell’edilizia.
L’obiettivo è rafforzare le istanze sintetizzate nel documento nell’impellenza della scadenza del termine per depositare gli emendamenti al DL 4/2022 “Sostegni ter” – DDL 2505/S, e auspicando che le positive anticipazioni riferite dalla stampa nazionale risolvano il tema della cessione del credito puntando a mantenere alta l’attenzione sulla realtà che stanno vivendo oggi le imprese edili.
La situazione:
Dalla pubblicazione del D.L. 34 a maggio 2020, nonostante le difficoltà all’avvio dovute anche alle misure restrittive di contrasto alla pandemia, il Superbonus è finalmente decollato nel corso del 2021. Secondo i dati ENEA, la misura sta avendo un successo notevole: 107.588 cantieri aperti ed investimenti che hanno raggiunto quota 18,3 mld di euro al 31 gennaio 2022 (di cui il 48,1 % per i condomini, il 33,6% per le unifamiliari e il restante 18,3% per le unità funzionalmente indipendenti). Sul finire del 2021 viene stabilita una revisione delle norme che mettono in agitazione le aziende complicando sia il completamento dei cantieri già appaltati che i progetti in fase di start-up.
Evitare le frodi:
Con l’intento di arginare le speculazioni, è stato pubblicato il tanto atteso Decreto Costi Massimi, che fissa i tetti di spesa per tipologia d’intervento per effetto dei quali gli importi eccedenti resteranno a carico dei proprietari.
Alle limitazioni imposte dalla verifica dei massimali e dalla congruità, dunque, si aggiunge anche il controllo sui costi massimi per le differenti categorie d’opera: un ulteriore meccanismo di controllo per tutti i bonus fiscali (che prima si applicava esclusivamente agli interventi svolti senza l’ausilio dei professionisti) a fronte di tempistiche sempre più stringenti.
Le frodi, dunque, hanno già captato il 13,3% delle risorse pubbliche destinate agli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente fino al 2025 a discapito dei cittadini e delle imprese oneste e qualificate che lavorano duramente e che continueranno a farlo, se solo gliene verrà data la possibilità. È importante sottolineare che le operazioni illecite si sono concentrate sulle agevolazioni cosiddette “minori” e principalmente sul bonus facciate (per il 46%), strumento che, fino all’emanazione nel novembre scorso del Decreto ani frodi, non possedeva pressoché alcun tipo di regolamentazione.
L’evoluzione:
La stampa ha anticipato che negli ultimissimi giorni sembra profilarsi una modifica al testo del disegno di legge 2505/S che consentirebbe il passaggio del credito maturato fino a tre volte, delimitando le cessioni nell’ambito dei soggetti vigilati ai sensi della normativa bancaria e in quella assicurativa. Appariva, infatti, del tutto ingiustificato e insensato appesantire il Superbonus con ulteriori impedimenti che, anziché limitare le frodi, avrebbero piuttosto rallentato, fino a bloccarle, le operazioni di acquisto. In attesa delle ulteriori novità normative e di fare chiarezza, si spera definitiva, questi tentennamenti hanno già comportato serie difficoltà alle imprese e ulteriori ritardi paventati dall’ipotesi che tale disposizione entri in vigore soltanto dal prossimo maggio.
Le richieste delle due sigle congiunte:
ANCE Marche e ANIEM-CONFAPI Marche si sono attivate fin da subito per la costituzione di un tavolo regionale al quale hanno partecipato inizialmente anche le altre sigle del comparto salvo poi abbandonarlo.
Il principio fondativo è la condivisione piena dell’intento di contrastare le frodi fiscali ribadendo l’importanza di un impianto normativo lineare e certo al fine di poter operare con serenità nel mercato della riqualificazione edilizia ed urbana, che grazie anche agli incentivi si avviava finalmente alla ripresa. Pertanto si ritiene indispensabile agire razionalizzando l’impianto normativo e ponendo un freno alle modifiche “in corso d’opera” al fine di evitare ulteriori ritardi o addirittura blocchi Altra questione che riveste un ruolo importante per le nostre associazioni è riscattare l’immagine delle ditte che operano nell’edilizia. Vogliamo levare forti ed in coro le nostre voci per contrastare il messaggio di un mondo delle costruzioni popolato da imprese fraudolente, che scredita e svaluta il nostro settore. Per limitare frodi e dispersione delle risorse, sarebbe necessario introdurre un sistema di qualificazione che attesti la capacità delle imprese di operare nei lavori che beneficiano dei bonus edilizi (trattasi di incentivi pubblici per interventi privati), anche attraverso il sistema bilaterale edile. Altrettanto importante, sarebbe garantire l’applicazione della contrattazione collettiva, nazionale e territoriale, dell’edilizia a tutela dei lavoratori e delle imprese che rispettano le regole.
L’edilizia è da sempre un comparto e, per affrontare la profonda crisi economica indotta dal COVID-19, la Commissione Europea ha messo in campo il più ingente pacchetto di stimolo fiscale mai finanziato dalla Ue, il Programma Next Generation EU (NG-EU) che mette a disposizione delle economie europee 672,5 miliardi di risorse (di cui 312,5 miliardi in sovvenzioni e 360 in prestiti) tra il 2021 e il 2026. Il settore delle costruzioni e la sua filiera vengono posti al centro del rilancio dell’economia di quasi tutti i grandi piani dei paesi dell’UE, che focalizzano gran parte delle risorse sul recupero del patrimonio esistente e sull’edificazione di infrastrutture digitali e di trasporto. Il Recovery Plan è centrato sul tema della rigenerazione urbana il cui scopo espresso è il recupero del degrado urbano e la riduzione del consumo di suolo. Oltre al caro delle materie prime ed energetiche, si fatica ad avere disponibilità di materiali e manodopera. Di conseguenza, emergono forti difficoltà per garantire un regolare avanzamento delle opere da realizzare e quindi il rispetto dei cronoprogrammi stabiliti, impedendo al contempo gli investimenti in sicurezza, sostenibilità ed innovazione di cui il Paese ha bisogno. Il tentativo di colmare il divario costi-ricavi previsto dal Sostegni-bis si è rivelato un totale insuccesso: con riferimento ai dati del primo semestre 2021, il regime di compensazione straordinario è riuscito a fronteggiare appena il 35% dei rincari registrati, con il restante 65% rimasto a carico delle imprese.
I commenti:
Secondo Roberto Torretti, Presidente di Confapi Aniem-Marche, collegio dei costruttori edili sorto in seno a Confapi Industria Ancona “si è fatto ogni sforzo per coinvolgere l’intero comparto delle sigle sindacali e presentarci a questo uniti come lo è la relazione a livello nazionale, ma a livello regionale non è stato possibile. Torretti ha sintetizzato le proposte relative alla necessità di modificare il Codice dei Contratti presentando una serie di proposte per modificare l’articolo 29”.
Per Stefano Violoni, Presidente di Ance Marche l’edilizia è un grande volano, rappresenta il 22% del Pil ma vanno stoppati i commercianti dell’edilizia che sono coloro che speculano e tutelate le aziende e i professionisti seri che invece sono penalizzati riservando gli interventi alle aziende in possesso della certificazione SOA che attesta adeguata manodopera, contratti collettivi e attrezzatura tecnica”.
Raffaele Solustri a nome dell’Ordine degli Ingegneri è intervenuto per ricordare che “i professionisti seri iscritti agli Ordini hanno un codice deontologico, e infatti nessuno di questi è stato coinvolto eppure si lede il buon nome di un’intera categoria”.
Al dibattito hanno partecipato anche l’On. Tullio Patassini e la Sen. Patrizia Terzoni facendo il punto sul lavoro in atto nei due rami del Parlamento per risolvere le problematiche sollevate.